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Titolo: “Troppi pagliacci per un solo circo”

Rione Borgo Antico: 21 grammi

21 è il numero della perfezione, il prodotto di due numeri sacri, il Tre ed il Sette.

Tre, il numero dell’armonia tra corpo, anima e spirito.

Sette, il numero per eccellenza, i gradini da salire per tornare al Padre.

Sette i vizi capitali. L’anima è incatenata. L’essere umano capitolò sotto il peso della materia… le lancette dell’Universo iniziarono a scandire il progressivo ritmo dell’evoluzione, non c’è più tempo.

Le leggi della natura sono state violate. La retta via fu già indicata a chi c’era prima di te, ma le Sue parole giacciono sopite in fondo al cuore. Questa è l’ultima opportunità. E il momento di mettersi in gioco.

“Salvati se vuoi!”

La vita nelle tue mani, Il riso e il pianto ti attendono, La tua mente annebbiata e pronta per nol!

Di fronte a te l’enigma più elevato…l gioco della vita: “Troppi pagliacci per un solo circo”

Inizia la sfida!

Sette; forse troppi?…

Non lo sappiamo, non li sappiamo riconoscere!

Noi siamo i sette mali dell’uomo.

Noi siamo sette, le debolezze dell’uomo.

Noi siamo la scelta!

Noi siamo l’acqua e il fuoco, il giorno e la notte, le vittime e i carnefici.

“Orchi e giganti, smisurata fame, banchetto dell’eccesso sfrenato desiderio e godimento, come un predatore dopo la caccia.

Fiamma divoratrice per l’amore di avido guadagno, veneri diamanti e oro,

spoglia sarai al tuo ultimo viaggio, nessuno ricorderà il tuo nome!

Burattini appesi ai fili delle sue vesti, brama senza controllo, voglia seducente dal fascino mortale

Eterna indecisa non sai mai scegliere, né bianco né nero, caselle tutte uguali, ti svegli all’alba odiando il sole, non credi a niente.

Infima larva dal suo falso aspetto, come un serpente attendi in agguato medita mille forme per distruggere la gioia altrui e compier vendetta.

Seduta sul trono dorato con baldanza, dall’alto miri tu arrogante nell’immenso bagliore dell’ignoranza, miraggi di falsa gloria.

Tu ruggente belva dal cuore infame e dagli occhi trasformati in lampi unico intento distruzione, ruggiti che sconfiggono neuroni nel cervello!”

E quando il gioco della vita avrà nuovamente inizio nella scatola della tua mente, i sette saranno compresi! Saprai di essere fautore del tuo destino e quando sarai di fronte all’ultimo viaggio la consapevolezza di essere nel giusto sarà la tua vita. Potrai camminare nella verità ed essa ti renderà libero. Non saranno più Troppi, perché il “Circo” sarà Tuo.

Il “gioco” si chiude, Libera verso l’eternità … vola l’Anima leggera!

 

Rione Bufali: …  a tutti quelli che cercano il proprio posto nel mondo

Un grande viaggio che ci accompagna nel circo della vita sulla terra.

Signore e signori, benvenuti sotto un tendone che non ha pareti né confini: qui si spalancano le porte dell’immaginazione, della satira, del sogno e della poesia.

Un carosello di personaggi, visioni e trasformazioni prende vita davanti ai vostri occhi, tra danze, simboli, musica e una sana dose di follia.

Attraverserete mari agitati, città rumorose e silenzi carichi di attesa, in una traversata che parla la lingua universale delle emozioni, con un ritmo che racconta chi siamo, dove stiamo andando e quali verità ci sfiorano senza far troppo rumore.

Il sipario si alza su un mondo tanto surreale quanto familiare, dove il comico e il tragico si danno la mano, dove i ruoli si confondono e le certezze si ribaltano, dove la bellezza si nasconde nei dettagli più inattesi.

È un viaggio per chi sa ancora stupirsi.

Per chi ha il coraggio di guardarsi dentro.

Per chi vuole trovare la propria via.

A chi ogni giorno si chiede dove andare, a chi si sente di troppo, a chi si sente troppo poco, a chi si è perso… e a chi vuole ritrovarsi.

 

Rione Monticello: Sette…te

Nel viaggio della vita percorsi decine di strade.

Su ognuna incontrai “‘altro” a cui offrii un pezzo di me, e da cui presi qualcosa per me.

La mia anima vagò nella natura, cercando se stessa nel riflesso di mille maschere.

Fui il frutto di ciò che incrociai nell’arena della mia esistenza: creta viva, plasmata dal tempo, dallo spazio, dagli uomini.

Fui una tela dipinta dai colori del mio tempo, imbrattata dalle mani degli altri, illuminata dalle meraviglie dei luoghi che vidi, avvolta dalle musiche che ascoltai.

Fui un pagliaccio dal volto dipinto che corre su una ruota senza fine.

Chi guardava, chi rideva, chi piangeva, chi danzava.

Il cerone si sciolse sul volto rivelando un uomo che non riconobbi più.

Sette maschere, sette peccati, sette colori, sette luci… una sola pelle, troppo stretta.

 

Nacqui innocente, candido, puro.

Nel buio del ventre materno respirai verità.

 

Le mani piccole tolsero l’ultima maschera.

Il volto puro emerse. Finalmente libero.